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Giorgia’s got talent

Precisa, precisissima, con l’amore per l’inglese e con il rally nel DNA: auguri alla navigatrice Giorgia Ascalone, appena tornata dalla vittoria del 106° Targa Florio nel Campionato Italiano Assoluto. Oggi compie 27 anni e ci insegna a credere nei sogni.


La prima gara che ho visto? Non saprei, probabilmente ero troppo piccola per ricordarlo. Papà ha preso la prima licenza nel ’75, mia mamma ha corso una sola volta con lui, al Rally del Salento nel ’92, la Renault 5 xn si è cappottata 7 volte, inutile dire che non ha voluto ripetere.

Andavo a trovarlo nei parchi assistenza e vedevo la macchina da gara a casa, c’era l’annuario stampato, il librone blu, che avevamo in bagno, e mentre le persone ‘normali’ di solito leggono riviste o il contenuto dello shampoo, io, pur non capendo niente, lo sfogliavo. Ho un ricordo nitido, quando avevo dieci anni, della frase che mio padre disse al microfono sulla pedana di partenza del Rally del Salento nel 2005 da Gallipoli: “sono molto contento che sia venuta mia figlia a vedermi, speriamo non prenda la mia passione”. Beh… quello secondo me è stato l’inizio della fine perché da allora, scattata la curiosità, ho iniziato ad informarmi di più.


Le bambole e l’inglese

Ero una bambina “classica”: mi piacevano tantissimo le Barbie, amavo ‘fare’ i capelli alle persone, macchine niente, ogni tanto le costruzioni, ho praticato danza moderna, ginnastica artistica fino alle gare nazionali. Ho frequentato il liceo linguistico internazionale spagnolo, non so per quale motivo, ma il mio amore nella vita, sin dai tempi dell’asilo, è stato l’inglese e, ad oggi, posso dire che mi è servito, anche nello sport. Sono laureanda in traduzione ed interpretariato anche se le gare hanno un po' sconvolto i miei piani. Alla mia prima gara è partito tutto come un gioco e sta diventando un vero e proprio lavoro.


La foto al campione e…anni dopo, insieme al campione

Un bel giorno…era il 2011 ed il Salento era CIR, ho chiesto al mio papà di portarmi a vedere la gara per intero, quindi prove speciali, partenza, assistenza, tutto, e mi è piaciuto …’purtroppo’. Da lì ho iniziato ad informarmi, non potevo prendere ancora la licenza perchè ero minorenne, ma decisi di leggere come prenderla, mi vedevano carina, bionda, piccolina, mi sorridevano e mi dicevano ‘ma dove vai, vediamo quando sarai maggiorenne’. Durante quel rally scattai diverse foto -altra mia passione- ai campioni, tra cui Andrea Nucita, foto che ho ancora senza immaginare che anni dopo avrei corso proprio con lui la mia prima gara all’estero, in Croazia, nel 2018. Sembrava un pensiero assurdo e invece…


Il debutto con papà Giorgio

La mia prima gara l’ho corsa con lui, era nell’aprile 2015, il Rally di Casarano, su Renault Clio rs. Di solito le persone non finiscono mai il primo rally, c’è un po' una certa maledizione, ma noi lo abbiamo portato a termine. La mia scuola è stata l’esperienza. Pur essendo in una famiglia abbastanza ‘racing’ papà mi disse: “se ti ci tieni a fare questa cosa devi farla da sola, è chiaro che io ti supporto ma devi scoprire man mano” e se ci penso oggi non so nemmeno io come ho fatto all’inizio. Però, sicuramente l’attenzione per i regolamenti mi ha aiutato tanto anche nei momenti in cui non c’era l’esperienza perché, negli anni, sono arrivata a fare delle cose più grosse di me, mi sono trovata così, dall’oggi al domani a fare una gara importantissima, magari decisa una settimana prima, due settimane prima e l’attenzione per i regolamenti mi ha salvata. E’ importante anche per i giovani che si avvicinano capire che bisogna avere una mentalità veramente aperta e non aver paura di vincere, perchè a volte si ha anche quella, bisogna avere una consapevolezza delle proprie capacità, restando umili, però sognare in grande ci aiuta anche a guardare al di là della gara locale.


Il Rally Italia Talent e Damiano

Io purtroppo o per fortuna ho sempre voluto tanto, era il 2018 e decisi di partecipare al Rally Italia Talent di Renzo Magnani, la cui selezione tra l’altro si è svolta sul circuito La Conca, quindi a due chilometri da casa, lì ho conosciuto Damiano De Tommaso, che stava per partire come pilota ufficiale Peugeot. Non so dire di preciso come e perché, ma abbiamo deciso di intraprendere un percorso di crescita insieme, lui del 1996 io del 1995, di solito le coppie crescono insieme, vedi Miki Biasion e Tiziano Siviero.

Nonostante Damiano avesse già una stagione definita con un navigatore già definito, abbiamo iniziato un percorso di crescita che non ci ha portati subito in macchina perché c’è stato tantissimo lavoro prima, giornate dedicate solo alla scrittura delle note, non solo per crearci un metodo insieme, perché lui aveva già il suo, però, proprio per costruire qualcosa e allenarci insieme, perché poi al di là del singolo test pre gara, noi non abbiamo nemmeno possibilità di allenarci più di tanto perché, abitiamo agli angoli opposti del Paese, lui è di Ispra, in provincia di Varese, ed io di Maglie, nel Salento. Ogni tanto prendevo l’aereo e andavamo sulle prove speciali di una gara o anche su strade normali, negli anni si è costruito anche un rapporto di amicizia e di fiducia, perché ognuno mette la vita nelle mani dell’altro in gara, ci allenavamo su due passaggi, note e corrette, perché lui veniva da due stagioni nel mondiale Junior e chiaramente l’obiettivo di ritornare nel mondiale. Abbiamo fatto la prima gara insieme in R5 al Valpolicella del 2018, avevo appena vinto il Rally Italia Talent femminile, e abbiamo vinto. Il suo programma è andato avanti e abbiamo fatto anche Monza Rally Show a fine anno, vinto il trofeo Marco Simoncelli. L’anno successivo, grazie al team Munaretto abbiamo partecipato all’IRC, vincendo tre gare su cinque, e a Bassano ho vinto il trofeo Loris Roggia, un’emozione che non dimenticherò mai, perché conoscevo la storia, sono passata dal punto in cui è accaduto l’incidente mortale, vicino a Santa Maria di Leuca, e sono cose che ti toccano molto.


Sulla neve, con Tom, a Monza e Montecarlo


Nel 2020, l’anno del COVID, è arrivata, totalmente imprevista la mia prima gara di mondiale a Monza, il WRC, insieme all’inglese Tom Williams. Vittorio Caneva che lo seguiva, ha sempre creduto in me e non posso che ringraziarlo mi disse: “manda una mail a questo ragazzo, scrivigli i tuoi risultati e raccontargli tutto”. Due settimane prima della gara è nato il mio mondiale ed io non lo avevo mai nemmeno visto una gara di mondiale. E’ stata particolare perché era tutto innevato, infatti la chiamavano ‘Monzacarlo’ proprio perché le condizioni erano le classiche di Montecarlo, ci siamo ritirati una giornata poi abbiamo ripreso. Finito Monza Tom mi ha chiamato per dirmi: “ci saresti per fare Montecarlo e la stagione?” Per me è stato un sogno, speravo da sempre di correre con un pilota straniero. A Montecarlo, iscritti nel WRC3, senti la pressione non solo del campionato ma anche sulla pedana di partenza del mitico Rally monegasco, ti vengono i brividi. Subito dopo capisci che è una gara normalissima soltanto più lunga, con orari orribili per via del coprifuoco, è chiaro che devi mantenere la concentrazione più alta, non solo per la lunghezza della gara ma anche per le condizioni climatiche, che sono davvero proibitive. C’è di tutto, neve, fango, verglas, ghiaccio, tutto bianco… e bellissimo.

Sognando il tricolore..

Io e Damiano siamo ripartiti con il Roma Capitale europeo, mai fatta anche quella gara, e purtroppo una foratura ha compromesso il risultato mentre eravamo quarti. Poi abbiamo corso al Monza mondiale e terminato quinti di WRC3, macchina nuova altro team, ci può stare. Quest’anno siamo nell’avventura del CIAR e siamo secondi in classifica dopo la vittoria del Targa Florio … vedremo.


Quali sono le caratteristiche che dovrebbe avere una navigatrice per vincere?

Io dico sempre che il pilota è colui che ha il volante in mano e il navigatore colui che guida. Al di là della gara in sé, c’è tantissima preparazione, non solo a livello di studio del percorso ma anche di logistica, ho tutto un programma – anche se mi tacciano per super pignola - diviso per orari, per persone, dove andare cosa fare, in cui la precisione e l’attenzione per i dettagli sono fondamentali



Anche nella vita privata hai una scheda?

No, ma il rally detta le note della mia vita, decido molto in base alle gare che devo fare e sicuramente devo prendermi del tempo per andare in ospedale per proseguire le terapie di mantenimento per la sclerosi multipla che ha cambiato le mie prospettive su un sacco di ambiti, non tanto per le gare perché anzi mi ha spinta solo a fare di più, ma a livello personale, non ho né il tempo né la voglia di dovermi adattare agli altri, quindi se una persona, parente, amico, vuole stare nella mia vita deve capire che purtroppo è fatta di tante cose e che non sono disposta a sacrificare quello che per me è troppo importante, in fondo penso di avere tutto dalla vita, nonostante tutto.


Come prendono i tuoi amici questa tua passione? Mi piace stare con gli amici, anche se non sembra sono una ragazza normalissima, si informano molto, un po' di timore c’è, sicuramente e ..sanno che non devono scrivermi quando c’è gara.


Finché le ruote girano…

Tutti hanno momenti difficili. Pensare al perché ho iniziato e a dove voglio andare mi spinge tanto. Le gare non vanno sempre bene e con tutta l’adrenalina che abbiamo in corpo si creano dei momenti in cui le emozioni sono a mille. Il segreto sta anche nel gestirle. Tra le caratteristiche principali di un navigatore c’è la freddezza, bisogna mantenere la lucidità, ad esempio, puoi avere appena sbattuto ma se le ruote girano ancora la gara continua, hai forato in una prova, amen, ma si va avanti finché le ruote girano. Un consiglio a chi lotta? Non arrendersi mai. Le difficoltà vanno prese come uno spunto per rialzarsi e non solo nello sport ma anche nella vita. Spingere sempre e non fermarsi, perché nel momento in cui ci si ferma ci passano di fianco tante opportunità, persone, attimi, che possono essere decisivi e magari noi siamo troppo impegnati a pensare a cosa è andato male.


Il consiglio ad una piccola Giorgia che ha visto in televisione una gara o è venuta a vederla, e volesse iniziare in questo mondo…

In gara non è difficile avvicinarsi ad un pilota o ad un navigatore, sicuramente, non bisogna aver paura di chiedere, il punto di riferimento è chiaramente l’Automobile Club con i vari uffici sportivi, perché le indicazioni a livello pratico e documenti vengono dati lì. Ci vuole tanta voglia di fare e di conoscere questo mondo perché è uno sport complesso che però ti dà tantissimo, e non serve aver paura di provarci, anche perché se non proviamo non possiamo sapere se ci piace.



Quasi perfetta come un’astronauta, ci sarà pure una tentazione a cui non sai resistere… tra dolce e salato…

Amo il gelato alla fragola ma preferisco il salato e il mio piatto preferito è la lasagna, tutta la vita, mia nonna era cuoca, mio padre aveva un albergo a Santa Cesarea Terme, io so cucinare e mi piace la lasagna fatta da me, e i dolci li mangio quando li preparo io per alcune intolleranze alimentari. Una volta, esattamente l’11 maggio dello scorso anno, eravamo totalmente in lock down, era il mio compleanno ho fatto una torta a tre piani, ho messo i tacchi dentro casa - ho la passione per le scarpe sin da quando ero piccolina, ed abbiamo festeggiato. Vesto spesso di nero, anche perché è più facile e veloce da indossare. Un film? Sono sognatrice quindi un qualunque film in cui c’è qualcuno che lotta per avere qualcosa. A 18 anni sono andata a Milano per frequentare l’università studiavo fashion styling, ma per problemi di salute sono dovuta tornare, e tempo dopo ho fatto un corso a Londra per prendere la certificazione di make up artist. Poteva rappresentare anche uno sbocco lavorativo però la vita ha deciso diversamente per il momento. Ora devo solo correre.







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