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QUEL BRINDISI AL "CIN CIN"

Un bel “salto” fino agli anni ‘50 per ritrovare storie di sport pittoresche con Giovanni Cillo, pioniere del motorsport ed uno dei padri del Rally del Salento


Le balle di paglia a Porta San Biagio

Ero spinto dalla curiosità! Nel secolo scorso le auto erano per pochi, lo sport poi…era appena agli inizi. La scena di quelle balle di paglia a Porta San Biagio (lecce ndr) ed al centro le auto, Fiat ‘500, 1100, Giulietta, Alfa 2000, mi è rimasta impressa. Quelle auto, quelle nuove sfide, mi affascinavano..


La passione vera e propria per le corse automobilistiche scoppiò quando avevo 18 anni: era la fine degli anni ’50, si organizzavano gare di regolarità e gimcane, molto partecipate, come quella organizzata in Piazza Libertini. Nel 1957 nacque anche il Rally del Salento


(24 ottobre 1957). Io abitavo in via del mare dove c’era la concessionaria Alfa Romeo di Caroli e restavo colpito da un Alfone 2000, con quell’allestimento particolare, mi incuriosiva… anche quel via vai di macchine sulla Lecce-San Cataldo che allora era la strada preferita dai salentini per “testare” la potenza delle loro nuove automobili. All’Automobile Club Lecce c’era il ragionier Pinto che curava l’ufficio sportivo, mi vide appassionato e mi propose di occuparmi dell’attività sportiva, perché andava in pensione e…magari di fondare una scuderia, era il 1960 ed io…volevo correre, intanto ci ragionavo su, ma lui mi mise la pulce nell’orecchio.





L’Arena

A 10 anni, uscivo da scuola, le elementari del Cesare Battisti, e raggiungevo mio padre all’ACI, lui lavorava lì. Giovanni Cillo aveva il mio stesso nome, era partito in guerra ed in quel periodo si usava dare il proprio nome al figlio. A fianco della sede c’era un cinema, l’Arena Guido, alcune sere, mentre si tenevano le riunioni ed io ero lì, sgattaiolavo e mi alzavo su una scala fino alla ringhiera affacciandomi per vedere i film, e qualche volta sbucava anche qualche lucertolina.


La prima sede dell’Ente era una struttura del Fascismo, le volte erano di cocci di vetro e, con il caldo, ricordo, si sentiva un certo, sospettoso, screpitio. Poi fu realizzato il nuovo palazzo (l’AC Lecce riuscì ad acquistare il terreno adiacente, proprio dove c’era l’Arena, ed a costruire l’edificio a 4 piani, tuttora sede), grazie anche alla tenacia del direttore Giovanni Prastaro, una di quelle persone carismatiche di una volta, un uomo che si faceva rispettare e l’opera fu compiuta durante il suo mandato. Si tenne una grande cerimonia di inaugurazione, nel salone, a cui, assieme al presidente Guglielmo Grassi Orsini, partecipò anche Amintore Fanfani (presidente del Consiglio dei Ministri -16 dicembre 1962- presente anche il presidente ACI principe Filippo Caracciolo). Ero un ragazzino e non immaginavo che quella sarebbe stata la mia seconda casa, che qui avrei creato uno scrigno di ricordi fatto di foto, coppe, pile di regolamenti di gara…


Il kart e lo zio Carmelo

Immaginate un kart che “spaparacchia” in piazza Mazzini: ecco, accadeva esattamente questo negli anni ’60, c’era una concessionaria Autobianchi ed il proprietario, Pisanelli, scorrazzava in bella mostra sul suo Rumi bicilindrico suscitando la curiosità e l’invidia di noi appassionati. Così gli chiesi il permesso di prendere le misure e andai da mio zio Carmelo. Avevo deciso di costruirmelo da solo il kart e lui, che era un fabbro, poteva aiutarmi. Lavoravamo nei fine settimana, in piazzetta della Monica, e lì costruimmo un Rummi 120cc, con le ruote della vespa.

A vent’anni, i primi soldi dello stipendio venivano spesi per i motori. E ci divertivamo un mondo. Come con la mia Lambretta, eravamo un gruppo e trascorrevamo domeniche indimenticabili nei vari percorsi del “Giro motociclistico del Salento”.

"Una passione ereditata da tuo padre? Macché, Lui non aveva neanche la patente, andava in bici."

La ‘500 e il vecchio Rally del Salento


La mia Fiat ‘500 non era come tutte le altre, era speciale! Già a sentirla, con quel caratteristico “vroom” di auto elaborata, ed a vederla, con quello strano rollbar all’interno: era stata “preparata” da Ugo Romano, per correre. Andavo a lavorare a piedi quando potevo così risparmiavo benzina, dovevo stare in equilibrio con i soldi, ma la domenica… mi cimentavo sui tornanti! La prima gara fu la cronoscalata Fasano- Selva, nel ’61. Poi Alberobello, Monopoli, il rally in Puglia era agli albori.

Il vecchio Rally del Salento era organizzato dalla Scuderia Salento, presieduta allora da Ennio Chiatante. Partiva da via Don Minzoni e prevedeva prove cronometrate verso Merine, una prova sulla strada Lecce-San Pietro in Lama e poi si spostava sulle strade del capo di Leuca, con arrivo in viale Lo Re. Gli equipaggi venivano da Bari, Roma, Ferrara, Milano e le Fiat dominavano l’acceso duello con le Alfa.


Il bar “Cin Cin”

Quando, nel 1960, Ennio Chiatante si trasferì a Roma, l’attività sportiva subì una stasi e l’organizzazione dei rally si interruppe per dieci anni, erano rimasti dei gruppi di amici appassionati, tra cui io, e con loro pensai di creare una scuderia, come suggeriva quella famosa pulce nell’orecchio del buon ragionier Pinto. C’erano le persone, la volontà e la

passione, e c’era la disponibilità di una sede, il bar Cin Cin, di proprietà di Alfredo Marazia, noto pilota, in piazza sant’Oronzo, dove, nel 1962, fu presentata ufficialmente la Scuderia Piloti Salentini e nominato Aldo Federico presidente. Da qui nasce un’altra storia, la rinascita del Rally del Salento, oggi una delle classiche più importanti del panorama sportivo italiano – ma questa è un’altra storia- facciamo che ve la racconto la prossima volta...

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